Non cercare l’orto di Manin,
esso è scomparso da molto tempo.
Lo potevi trovare appena oltre il paese
ad un passo dal mare,
di fronte a quella spiaggia bianca
dove crescevano arbusti spinosi
e gialli papaveri.
Là potevi trovare qualche bianca conchiglia.
Dietro un muro in pietra
spuntava un frutteto.
Nell’orto potevi raccogliere
ortaggi rigogliosi e sentire il profumo
dei fiori vivaci.
Bambini rincorrevano farfalle e diafane libellule.
Fra i rami potevi udire il frullo d’ali dei passeri.
Nel pozzo avresti potuto specchiarti.
Non dimenticare l’orto di Manin,
che esiste ormai soltanto nella tua mente
e non dimenticare Manin,
donna magra e forte, dai modi gentili,
con i capelli bianchi
ed il volto rugoso bruciato dal sole.
Non sai perché tutto questo
ti torna così spesso alla mente.
Forse è il simbolo di un mondo ormai scomparso,
di una terra bella di monti e di mare,
di vento e di luce, di verde e di azzurro,
di flebili melodie che bisogna saper ascoltare.
Per questo, quando passi per quella via,
ti sembra di sentire ancora
il profumo forte e dolce delle violacciocche gialle.